lunedì 9 aprile 2007

La guerra e il petrolio


Le guerre imperiali nell'antichità miravano alla conquista degli schiavi. Oggi, scrive Jeremy Rifkin, "l'americano medio dispone ogni giorno di una quantità di energia che potrebbe essere prodotta da 58 schiavi".
Benito Li Vigni, nel suo libro "Le guerre del petrolio" (Editori Riuniti, 2004), ha svelato i retroscena di molte guerre, fra cui quella in Irak del 2003.
Ecco quindi dieci cose da sapere assolutamente sul petrolio per comprendere le guerre del presente e quelle che verranno.

1) Le riserve petrolifere americane si stanno prosciugando. Tra il 1973 e il 1981 le trivellazioni esplorative nel territorio Usa sono più che triplicate (passando da 28 mila a 90 mila) ma la produzione di greggio è diminuita del 25%. Gli studi della US Geological Survey dicono che il "picco" del petrolio americano sarebbe già stato raggiunto nel 1962 e da allora è cominciato il declino.
2) Il costo di estrazione di un barile di petrolio negli Usa è di 10-20 dollari a barile mentre quello in Iraq è di 1-1,5 dollari a barile (guerriglia permettendo). In scenari in cui (come è accaduto nell'aprile-maggio 2003) il prezzo del greggio scendesse sotto i 23-24 dollari a barile, una parte dei pozzi petroliferi degli Stati Uniti arriverebbe al limite della convenienza.
3) Oggi gli Stati Uniti producono appena il 40% del petrolio che consumano e sono fortemente dipendenti dalle importazioni.
4) L'andamento globale dell'estrazione del petrolio segue un grafico simile ad una "curva a campana" il cui "picco" sarebbe stato raggiunto già quest'anno. Altri esperti prevedono un picco il 2010. I più ottimisti collocano il picco nel 2037. Dopo di che l'estrazione diminuirebbe e i prezzi aumenterebbero senza più freni.
5) La "guerra preventiva" ha come vero oggetto la conquista "preventiva" delle riserve petrolifere prima che si giunga al "picco".
6) In Iraq vi è l'11% delle riserve di petrolio: seconda nazione dopo l'Arabia Saudita. Ma il sottosuolo iracheno è meno sfruttato di quello saudita. L'Iraq potrebbe in futuro pompare il 30% del petrolio mondiale.
7) La Cina sta entrando nel mercato petrolifero mondiale chiedendo sempre più risorse e questo porta in alto i prezzi di tutte le materie prime, compreso il petrolio.
8) Le future tensioni internazionali (e forse militari) potrebbero contrapporre Usa e Cina per l'accaparramento del petrolio sul mercato globale; e gli Usa tireranno fuori la questione dei "diritti umani" oggi taciuta.
9) I soldati italiani sono stati a suo tempo collocati nei pressi di un giacimento petrolifero che può assicurare l'autonomia energetica nazionale per circa dieci anni; questo posto si chiama Nassiriya. Nessuna televisione ha mai inquadrato la raffineria di Nassiriya che sorge a poca distanza dall'accampamento italiano.
10) L'ottimismo sul "petrolio infinito" è gonfiato da conti manipolati al fine di non deprimere l'ottimismo degli azionisti, un po' come è accaduto per i bilanci aziendali di varie multinazionali Usa, spiega Jeremy Rifkin.


Si prevede una guerra davvero infinita se i "signori del petrolio" continueranno, assieme ai "signori delle armi", ad avere l'attuale peso politico nel governo Usa e se il modello economico statunitense non verrà profondamente ripensato in termini di consumi energetici.
L'americano medio - se vorrà la pace - non potrà disporre ogni giorno dell'equivalente energetico di 58 schiavi.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Un milione di inglesi hanno manifestato a Londra, oltre mezzo milione di spagnoli a Madrid, 200.000 a Parigi e a New York.
E al Cairo? Solo 600 egiziani si sono recati nella loro capitale per protestare contro l'invasione americana dell'Iraq, circondati da 3000 poliziotti. Per coraggioso contrasto 2000 israeliani hanno protestato a Tel Aviv contro la guerra.

NO ALLA POLITICA DELLA PAURA

- G - ha detto...

Grazie del commento, purtroppo cosa può la popolazione di quei paesi contro la grande America dello strapotere? D'altronde anche l'Europa è totalmente succube dell'America. Qui si tratta di politica, ossia la cosa più infame che l'uomo abbia mai potuto concepire, la cosa che ha dato inizio alla fine dell'umanità, un umanità intelligente ma stolta allo stesso tempo che si dirige verso l'autodistruzione.

Io penso che loro non possano nulla senza il totale appoggio di un qualche paese avanzato. Soprattutto quando "tutti" i paesi che sono nel mezzo della guerra del petrolio sono li che mandano truppe con l'unico obiettivo di raccogliere le briciole e di fare favoritismi agli americani. Questa è prostituzione bella e buona, siamo servi di servi di servi di uno stato che a sua volta è servo di terzi.

Bisognerebbe vergognarsi di andare a votare, in primo luogo perchè la massa è stupida e non si informa neanche prima delle votazioni, in secondo luogo si sa bene che le votazioni sono manomesse (come è sempre stato) ed in terzo luogo, destra o sinistra che sia, sarà sempre la stessa immondizia.

Anonimo ha detto...

Io penso ke con la caduta di Bush ormai prossima nnkè attesissima da tutto il mondo ci sarà sikuramente un attenuarsi di queste guerre inutili, pensiamo alle guerre civili in Afrika, dove ovviamente nn essendoci prospettive di un guadagno economico se ne fregano e lasciano la gente morire di fame e malattie. Al petrolio purtroppo nessuno vuole rinunciare basti pensare ai vari progetti per lo sfruttamento di altri tipi di energia come quella eolica o solare ke puntualmente vengono abbandonati o mal supportati.
Sono molto perplesso...
Gli Imbecilli Non Sbagliano Mai
In Fede
ilMonco

- G - ha detto...

Purtroppo chi è al potere, anche se uomo di sani principi, finisce per subire le pressioni dei più assetati di denaro e finisce per fare ciò che fanno tutti.
Morto un Papa se ne fa un altro ragazzi, è la storia infinita dell'umanità. Lo stato serve solo ad illudere i poveri uomini ignoranti che, con il sorriso in faccia, si incontrano alle urne a scrivere il nome di uno sconosciuto speranzosi che li guidi verso lidi migliori.

Ma dai su!!!