DIARIO
24 Marzo
2012
Ore 12.30
Ore 12.30
Superata Fabro iniziamo ad incontrare paesini sempre più folcloristici e piccoli, arroccati su verdi colline abitate da chi, fiero di non aver perso la propria identità, resiste ancora alle attrazioni delle cittadine moderne.
Seguiamo le indicazioni per
Greppolischieto lungo una strada sterrata dove piccole case, ristrutturate in
pietra locale antica, espongono piccole opere di artigianato locale in ferro
battuto e ceramica; ci lasciamo alle spalle i rumori caotici delle auto, l’aria
fresca e frizzante inizia a riempire i nostri polmoni esultanti di gioia.
Un piccolo cartello in legno,
disegnato a mano, ci segnala Villa Piaggia, la casa madre della comunità, ed i
cani con il loro latrare avvisano gli abitanti dell’arrivo di alcuni Viandanti
stranieri.
Mentre Beatrix, uscita dalla villa, ci viene incontro, abbiamo il tempo di ammirare il grande casolare in pietra dove abitano in comune 6 dei membri di Utopiaggia, sulla sinistra un bar ricavato in un piccolo casolare dove di fronte due bimbe bionde leggono sedute ad un tavolino tondo, ed attaccata una piccola e vecchia chiesetta ancora di proprietà del vescovo locale.
Ci vengono mostrati gli alloggi e
la cucina messaci a disposizione da Shiebel, sociologo e presidente della
cooperativa agricola, che ora vive e lavora all’esterno della comunità. Ci
cuciniamo una pasta fresca alla umbra ed iniziamo a conoscerci facendo due
chiacchiere sul nostro lavoro, la nostra vita, le nostre aspettative e progetti
mentre il sole supera lo zenit e si fanno le 15.30 accompagnate da un’aria
fresca primaverile.
Incontriamo Ingrid, ed il suo
cavallo che ha mal di denti, con cui parliamo della sua attività artigianale di
lavorazione della ceramica mentre ci mostra il forno recuperato dalla vicina
città di Deruta, il laboratorio e la stanza dove tiene in mostra tazzine,
tazze, vasi, piatti, incensiere, brocche ed altri suppellettili di deliziosa
fattura.
Mentre in lontananza osserviamo
avvicinarsi da diverse direzioni delle persone, che confluiscono a Villa
Piaggia per un corso di Yoga, decidiamo di farci una passeggiata sulle colline
circostanti. Incontriamo lungo il percorso un piccolo laghetto un po trascurato
circondato da canne e qualche cespuglio di salvia e rosmarino, salendo una strada
verso l’alto troviamo la stalla dove tengono le loro 100 pecore ed un pagliaio
e poco più in alto una roulotte campeggia fra gli alberi, una di quelle in
legno che usavano i circhi di un tempo.
Tornati agli alloggi, verso le 18.30, veniamo invitati, nel pomeriggio tardo, a partecipare all’inaugurazione di un circolo nel vicino paese di Montegiove, arroccato attorno ad uno splendido castello su di una collina a 4 km, dove possiamo assaggiare qualche dolce ed un’ottima porchetta locale.
Tornati in Piaggia attendiamo le
21.00 per andare a trovare Ildiko, una comunarda che abita in una casa poco
distante; il suo invito è stato la migliore conclusione di giornata che
potevamo sperare di avere. Una campanella posta sul cancello annuncia il nostro
arrivo ed i nostri passi seguono un piccolo vialetto ai cui lati piante, odori
e fiori sono illuminati dalla tenue luce che viene dalla stanza, composta quasi
interamente di finestre che si appoggiano su un corridoio di 6 colonne
originali, in cui Ildiko ci aspetta assieme a Franco (se non erro).
Ci fanno accomodare di fronte al
camino acceso, che fornisce riscaldamento alla struttura, e con una bottiglia
di vino di Montegabbione e qualche stuzzichino iniziamo a discorrere di
conoscenze, politica, stili di vita rurali ed idee piene di misticismo per
circa due ore, senza rendercene assolutamente conto.
Dopo 30 anni di vita in comunità
bisogna ammettere che i traguardi raggiunti sono davvero ammirevoli ed è
evidente l’amore e la perseveranza che queste persone hanno messo per raggiungerli.
Caffè e latte, marmellata fatta in casa e uova fresche accompagnano il nostro risveglio in una giornata soleggiata e fresca; il tempo di stiracchiarsi sul prato del piazzale e aspettare che Morfeo abbandoni i nostri corpi e subito vediamo camminare verso di noi un ragazzo con due bambini biondi. Samojko ci saluta, si presenta e subito ci invita per pranzo a casa sua per mangiare la pizza che faranno con il loro forno a legna. Sul tetto di Villa Piaggia un gran numero di pannelli solari, all’interno una caldaia a legna che riscaldano l’abitazione, la cucina è in comune e la convivenza sembra funzionare ancora perfettamente.
Ci ricordiamo che Ildiko, la sera
precedente, ci ha consigliato di visitare Greppolischieto quindi ci avviamo
lungo la strada che sale verso il paese e più saliamo più la vista della valle
si fa spettacolare. Il paesino è davvero piccolo, pieno di archi e case
poggiate una sull’altra, e sul lato nord il bel vedere ci permette di osservare
il lontano lago Trasimeno.
Tempo di fare qualche foto e riscendiamo lungo la strada serpeggiante che ci porta a casa di Samojko, di fronte a quella di Ildiko, dove assieme alla compagna Carmen e a due bambini, Federico e Gabriele, sta preparando la pizza; mentre tentiamo di aiutare in qualche modo abbiamo tempo per fare due chiacchiere con Detlev che gestisce il pascolo e produce il latte, di ammirare l’orto, l’impianto di fitodepurazione e gli interni della casa, molto etnici.
Apparecchiamo all’aperto, prendiamo
le panche e quando le prime pizze vengono sfornate, al tavolo siamo in 10, parliamo
del progetto dei Viandanti, della vita in città e delle società moderne, della
storia di Utopiaggia, dell’economia legata all’agricoltura e di altri argomenti
interessanti da fare con persone esperte come loro. La pizza è buonissima e
soddisfa i nostri stomaci, accompagnata da un ottimo vino fruttato e da un
insalatina fresca appena colta.
Alle 15.00 salutiamo tutti e
incontriamo di nuovo Ildiko a casa sua, ha il compito di farci da guida oggi,
per mostrarci il suo laboratorio dove produce colori naturali, con cui colora
lana e seta, estratti dai diversi tipi di piante che ha nel suo giardino; il
risultato è stupendo e tra il rosso ed il blu le molteplici sfumature di verde
la fanno da padrone.
Ildiko è una persona molto dolce e
rilassata, molto curiosa di sapere come le altre comunità italiane gestiscono l’aspetto
decisionale e quello economico, ritenendo, giustamente, questi due aspetti
fondamentali per i progetti di vita comunitaria.
Più tardi veniamo accompagnati a
visitare il piccolo caseificio, dove Barbara produce i formaggi e la ricotta
fresca che vanno a ruba nella zona; siamo felici di accettare un pezzo di
ricotta che Ildiko ci regala cortesemente.
Con il cuore all’apice della
felicità salutiamo queste persone fantastiche e ripartiamo, anzi ripartono gli
altri, verso i loro caotici lavori, nella grigia giungla cittadina, io rimango
un’altra sera dato che l’indomani non devo lavorare e mi viene data una stanza
molto carina di fianco a quella di Beatrix
ed in serata ho il piacere di conoscere Jule che si dedica all’uliveto.
26 Marzo
2012
Ore 09.30
Ore 09.30
Ora sto scrivendo queste righe a
mano, cosa che non facevo davvero da molto tempo, le dita mi fanno male ma
essere seduto qui, fra gli alberi, il vento, il cavallo che nitrisce ed il cane
che si lascia coccolare ed in lontananza le pecore che pascolano osservate e
seguite da due cani pastore enormi, credo che sia una emozione rara di cui farò
tesoro per sempre.
Un ringraziamento ad Utopiaggia per
averci ospitati così calorosamente e a Beatrix e al signor Shiebel per essere
riusciti a rendere questa visita possibile.
Viandanti Libertari
http://www.utopiaggia.eu/
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