Ottobre 2007
Il Progetto
“Lo spirito della Montagna”.
Produzione e mercato locale per un’economia “reale” in Lunigiana
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Finalità
Il Progetto intende costruire una rete dell’esistente, nel campo della produzione agroalimentare, della trasformazione dei prodotti agroalimentari, della commercializzazione, dei servizi all’agricoltura ed alle attività con essa collegate, dei servizi al turismo ambientale, gastronomico, culturale, della ristorazione con prodotti locali, degli usi alternativi, sociali e terapeutici dell’agricoltura. Una rete che, una volta strutturata, realizzi,
attraverso l’integrazione funzionale dei settori esistenti succitati, un nuovo rapporto con la terra, con il mercato, fra le comunità locali e che crei le condizioni per una economia integrata reale, cioè basata sull’esistenza sia di una produzione che di un mercato.
Un’economia integrata che abbia come obbiettivo primario perseguito quello di creare ricchezza ed occupazione, innanzitutto giovanile e femminile.
Le basi culturali
Il Progetto si basa su quattro considerazioni fondamentali.
1. La cultura, il lavoro, il modo di vita contadini, il rapporto con la natura e con la terra, così come gli oggetti di arredo o la casa, un tempo svalutati, tornano a rappresentare, oggi, un modello di vita appetibile nel senso comune e nell’immaginario di una parte crescente della fascia culturalmente medio-alta
della popolazione italiana ed europea.
2. In particolare, il cibo e la dieta contadine sono considerate come superiori, anche come immagine, rispetto ad altre forme di alimentazione.
3. Il mercato, sia per le produzioni agroalimentari locali già esistenti che per uno sviluppo futuro delle produzioni locali, esiste; esso è dato non solo dal mercato di nicchia o turistico ma, innanzitutto, dal potenziale di acquisto delle famiglie residenti in Lunigiana, calcolato in circa 70-80 milioni di Euro
annui; ad esso si aggiungano il mercato delle mense pubbliche, della ristorazione privata, dei Gruppi di Acquisto Solidale delle città vicine, nonché il mercato classico urbano ed altre forme più di dettaglio.
4. La parola chiave del Progetto è “locale”, termine che dà valore, in sé, sia al prodotto che al mercato; per locale si intende un prodotto realizzato nel nostro territorio con metodi, sostanzialmente, tradizionali (tradizionale deve essere il sapere che guida la forma di produzione che può essere, invece,
condotta con strumenti moderni ed innovativi); pertanto un prodotto, per il fatto di essere “locale”, assume il valore e le caratteristiche per stare entro il Progetto.
Sulla base di queste considerazioni si può, parallelamente e contemporaneamente, lanciare una forte iniziativa su due direttrici strategiche:
1. Una forte azione di promozione e riproposizione, nelle forme attuali, del modello di vita rurale, della ruralità, rivolta innanzitutto ad abbattere il “mito” del modello di vita urbano fra i giovani uomini e donne residenti nella campagna e montagna e la tendenza conseguente ad immaginare il proprio lavoro e
il proprio futuro nella città; aspetti che sono ancora, nonostante la crisi della città, forti fra la popolazione e che continuano ad incentivare, da una parte, l’emigrazione verso le aree urbane e, dall’altra, ad atrofizzare il già debole spirito imprenditoriale locale.
2. Un’azione a ventaglio, rivolta ad Enti pubblici, soggetti privati, cooperative, ristoratori, produttori, ecc. locali finalizzata a strutturare, da una parte, le produzioni e, dall’altra, i luoghi di vendita e mercato in modo
che diventino complementari (e cioè si produca ciò e quanto serve alla richiesta del mercato).
L’area di intervento
L’area che si individua per applicare il Progetto è compresa fra il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, il Parco Regionale delle Apuane, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, il Parco Regionale di Montemarcello-Magra e la Marina di Massa , in territorio delle Province di Massa Carrara, Lucca e La
Spezia, nei Comuni di Fivizzano, Casola in Lunigiana, Giuncugnano, Minucciano, Fosdinovo, Massa, con aperture su Collagna ed il territorio di Reggio Emilia.
I soggetti del Progetto
Il Progetto nasce dal territorio e da una rete di soggetti privati ed intende porsi come stimolo e proposta per gli Enti pubblici con cui vuole collaborare, integrandosi con i loro servizi, strumenti, strutture pubbliche. I soggetti del Progetto sono imprenditrici, giovani imprenditori, agricoltori, allevatori, biologici e non, operatori di servizi di trasporto agroalimentare e trasformatori di prodotti, intellettuali, amministratori, pensionate/i,
abitanti del territorio citato al punto precedente. Tali soggetti sono legati da una motivazione economica, sociale e culturale che è quella di contribuire a ridare vita alla montagna attraverso la creazione di un’economia reale in essa.
In particolare sono soggetti promotori e propulsivi del Progetto le imprenditrici donne organizzate nelle Associazioni “Madre Terra” e Cerbaia e nella Cooperativa femminile “Lunidonna” e giovani imprenditori che hanno deciso di costruire la loro vita e lavoro nelle aree della nostra montagna.
Il Progetto
Il Progetto intende, attraverso la messa in rete dell’esistente, la creazione delle poche strutture mancanti e l’organizzazione di un’unica cabina di regia e di gestione, raggiungere tre obbiettivi fondamentali:
1. Il primo compito fondamentale del Progetto è costruire l’armonizzazione, l’ incontro, la sinergia fra produzione e mercato locale.
2. Il secondo compito fondamentale del Progetto è creare una rete di strutture integrate di agricoltura e relativi servizi, di turismo e relativi servizi, di socialità e relativi servizi offrendo unitariamente, come unico prodotto, l’ intero sistema.
3. Il terzo compito fondamentale è contribuire, in completa collaborazione con gli Enti Locali, alla ricostruzione della vitalità delle comunità attraverso la ripresa di attività economiche sostenibili e reali (non assistite).
Il mercato
Rispetto ai compiti, di cui al punto precedente, ma con particolare riferimento al primo compito fondamentale, si procederà a:
A) VALUTAZIONE DELLA “POTENZA” (QUANTITA’/QUALITA’) DELLE PRODUZIONI
1. Inventariare e raccogliere le adesioni (in un soggetto collettivo, che può essere anche sommatoria di più soggetti collettivi, quali più cooperative) dei produttori agricoli (che chiameremo “contadini”), degli allevatori (“pastori” o altro) e dei trasformatori di prodotti locali;
2. Calcolare la “potenza” reale della produzione locale, intesa come quantità, tipologia, qualità, sia nella forma grezza che trasformata;
3. Stabilire, con precisione, quanto grande sia la possibilità di commercializzare le produzioni esistenti.
B) ORGANIZZAZIONE DEL MERCATO ESISTENTE E COSTRUZIONE DEL NUOVO MERCATO
1. Attivare, anche in base alla L.R. 80/2002, presso le amministrazioni locali, la richiesta che tutte le mense pubbliche (scolastiche, ospedaliere, aziendali, ecc.) si rivolgano per gli acquisti agroalimentari alle produzioni
locali;
2. Contattare e trattare con ristoratori esistenti per la fornitura di produzioni locali direttamente al ristorante;
3. Contattare e trattare con gestori di botteghe alimentari esistenti per la fornitura di produzioni locali direttamente alla bottega;
4. Attivare, dopo apposita e capillare campagna pubblicitaria, un servizio di consegna di generi alimentari “porta a porta” nei borghi in cui non esiste bottega alimentare (attenzione particolare alle persone anziane e senz’auto);
5. Organizzare un servizio di trasporto diretto ai mercati urbani dei prodotti alimentari -oggi venduti ad intermediari che li trasportano a tali mercati urbani (Sarzana, ecc.) ed alla grande distribuzione (castagne, latte, ecc.)- al fine di aumentare il prezzo al produttore e diminuire, a fini di concorrenza, il prezzo al consumatore urbano. Ciò sarà realizzato attraverso la diversificazione delle forme di vendita, finalizzandole al raggiungimento del più alto utile per la rete e del maggior vantaggio per il consumatore; a tal fine si progetta, anche, la realizzazione di un distributore di latte crudo presso centri commerciali di Aulla o Sarzana;
6. Partecipare, ogni volta che c’è produzione, ai “Mercati dei Produttori” attivati dalla Regione Toscana a Fivizzano (3^ domenica del mese) e Massa (1^ domenica del mese) chiedendo, tuttavia, che anche altri mercati simili vengano attivati nelle giornate settimanali di mercato (o di fiera), nelle altre località della Provincia di Massa Carrara e confinanti;
7. Incontrare i G.A.S. esistenti nelle città di Massa, Carrara, Pisa, La Spezia, Sarzana, ed attivarne di nuovi, anche attraverso l’azione di associazioni, partiti, enti che condividono il Progetto, organizzando tale
domanda che è in forte crescita;
8. Creare una rete integrata di “spacci” dei produttori, da Sassalbo a Marina di Massa, rivolti alla popolazione locale ed anche al turismo, sulla base della Progetto sulla Filiera corta della Regione Toscana,
9. Attivare una offerta di prodotti su internet rivolta all’esterno, innanzitutto attraverso le associazioni di immigrati locali nelle città italiane e all’estero;
10. Sperimentare la possibilità di fornire “porta a porta” cibi surgelati e preconfezionti, rigorosamente, con prodotti locali certificati (sul modello “Bo Frost”);
11. Attivazione di una rete di punti di ristorazione (osterie) da Sassalbo a Marina di Massa ed un laboratorio di cucina per catering, buffet, cestini da viaggio, ecc. con cibi realizzati rigorosamente con prodotti locali.
12. Attivazione di una relazione strutturata con i 5 ristoranti del Parco Nazionale delle Cinque Terre nonché con i ristoranti dei Parchi Regionali delle Apuane di Montemarcello-Magra, per la fornitura di prodotti della montagna e dei suoi parchi (sul modello “Marocca di Casola e acciughe di Monterosso” o “Marocca di Casola e Lardo di Colonnata”).
C) IMMAGINE DELL’INIZIATIVA
1. Individuare, come immagine fondamentale, l’idea-forza dell’Area vasta dei Parchi di cui il territorio in questione con i suoi prodotti è centrale in quanto collocata fra il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, il Parco Regionale delle Apuane, il Parco Regionale di Montemarcello-Magra, aree protette di cui è parte;
2. Utilizzare, di conseguenza, come immagine, alcuni prodotti-forza dell’Area dei Parchi per attirare l’interesse, anche locale, sulle produzioni del Progetto (utilizzando la fama della Marocca di Casola, del Pane di Vinca, del Lardo di Colonnata, delle Acciughe di Monterosso, del Parmigiano reggiano, del Prosciutto di Parma).
Per il secondo compito fondamentale si procederà a:
D) LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA INTEGRATO DI AGRICOLTURA, TURISMO, CULTURA,
AMBIENTE, SERVIZI SOCIALI E DI BENESSERE
Parallelamente e contemporaneamente alla strutturazione della produzione (con l’integrazione dei produttori agroalimentari), delle forme di mercato, delle azioni burocratiche e promozionali, delle relazioni concrete ed attive con i parchi del costituendo Sistema di Area Vasta dei Parchi, si procederà ad azioni che realizzino una Rete Integrata di strutture necessarie alla trasformazione in cibo, alla commercializzazione, alla promozione dell’immagine del Progetto.
Si procederà per fasi funzionali, a:
1. Progettare e costruire una Rete di strutture integrate di produzione, trasformazione, commercializzazione del prodotto locale che colleghino l’ Appennino e le Apuane con il mare, e collocate a Sassalbo (Comune di
Fivizzano), Regnano e Castiglioncello (Comune di Casola in Lunigiana), a Giuncugnano (Comune di Giuncugnano), a Fosdinovo (Comune di Fosdinovo), a Ricortola (Comune di Massa), a Montemarcello (Comune di Ameglia). Tale Rete prevede: uno Spaccio dei Produttori, con degustazione, a Sassalbo, una
struttura per ristorazione, laboratorio di cucina, attività di agricoltura sociale, ippoterapia ed equitazione turistica a Castiglioncello, un forno di produzione della Marocca di Casola, del Pane e dei Dolci di nocciole di Regnano, uno spaccio dei produttori a Giuncugnano, un’Osteria e Spaccio dei produttori a Fosdinovo, un ristorante a Montemarcello, uno Spaccio dei produttori/Cucina nel Parco di Ricortola
2. Collegare le strutture suddette con i produttori locali e con gli impianti di trasformazione dei prodotti locali, in particolare quello in fase di realizzazione a Fosdinovo e legato alla cooperativa dei produttori della
località e quello, in idea, da realizzarsi a Sassalbo, in modo che in tutte le strutture si lavorino, utilizzino e vendano i prodotti locali trasformati localmente.
3. Integrare le strutture di vendita, cucina, trasformazione dei prodotti con una rete di itinerari turistico-culturali-gastronomici (con pacchetti modulati sui diversi target turistici) guidati e programmati (a partire da quelli dell’ Ecomuseo della Montagna Lunigianese ma costruendone anche nuovi e su tematiche diverse) che comprendano tutte le realtà di interesse, fra cui, con particolare attenzione, la città archeologica di Luni, il castello di Fosdinovo, il Parco avventura di Fosdinovo, la valle del Lucido con il Castel dell’Aquila, il Museo
del Lavoro di Monzone, il Parco Culturale delle Grotte e le Terme di Equi Terme, le Pievi di Codiponte e di Offiano, il Parco archeologico dell’Ospitale di Tea, il Monte Argegna, la Città Nobile di Fivizzano, il Castello e borgo della Verrucola, Pieve S. Paolo, Sassalbo nonché il Parco Nazionale dell’ Appennino Tosco emiliano, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, i Parchi regionali delle Apuane e Montemarcello/Magra. Di questi itinerari e pacchetti turistici, le strutture del sistema diventeranno servizi essenziali nell’ambito di una organizzazione, logistica, guida che saranno gestite direttamente ed unitariamente dai soggetti attori/attuatori del Progetto.
4. Costruire un modello di promozione, di vendita, di servizio basato sull’ immagine della cultura contadina, come identità culturale forte che rappresenterà il simbolo dell’intero progetto;
5. Integrare, nel Progetto, l’utilizzazione sociale e terapeutica dell’ agricoltura e dell’equitazione così come operata dall’Associazione “Madre Terra”, azienda agricola a conduzione femminile di Castiglioncello delle
Ginestre; considerando anche che il portare a domicilio i prodotti alimentari rappresenta un autentico servizio sociale.
6. Progettare una vasta azione promozionale sui diversi target interessati
alla proposta (scuole, turismo culturale, associazionismo, terza età, ecc.).
I finanziamenti
Fonti di finanziamento saranno ricercate, in una prima fase, nell’ambito di:
1. Leggi sulla Filiera corta della UE, dello Stato, della Regione Toscana
2. Leggi sull’integrazione di servizi ed attività in agricoltura, ambiente,
cultura, turismo, sociale.
3. Leggi sulle pari opportunità e sugli incentivi all’imprenditoria femminile
e giovanile
4. Interventi previsti dal PSR 2009-2013;
5. Bandi provinciali sull’agricoltura
6. Fondi privati
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