lunedì 31 marzo 2008

Eolo - Auto ad aria compressa

Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire.

Perché?

VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E'IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA QUESTA DEVE DAVVERO FARE IL GIRO DEL MONDO!

Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.
Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e
funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il
compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa,
che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la
manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.
Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo
allestimento più semplice.
Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione,
da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.
Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un
certo momento in poi non si hanno più notizie.
Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.
Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.
Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei
risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.
Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.
Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.
La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben
progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio,che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza.
Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo.


APRIAMO GLI OCCHI.

venerdì 28 marzo 2008

Una Botta di vita

"Evio Botta è un clochard molto conosciuto a Trastevere e in tutta la città: poeta, attore, candidato sindaco dei barboni di Roma nel 2001, impegnato da anni nella lotta per la casa e in tante altre battaglie sociali, oggi è affetto da una grave malattia. Evio Botta viene da Cuneo, ha 49 anni e vive a Roma da più di venti. Ha iniziato la sua carriera come aiuto cuoco, poi varie vicende personali l’hanno spinto a scegliere la vita di barbone. Ma non barbone buttato per terra, all'angolo della strada. Barbone in piedi, di piazza e di lotta di piazza: ha fondato, nell’88, l’associazione “Amici di Valentina” , a tutela dei senzatetto, e ideato l’Università dei senza fissa dimora e l’Albo dei "Barboni Professionisti", a tutela di quanti richiedono elemosine, rilasciando regolare ricevuta. Ma ha anche sfidato Veltroni nel 2001, candidandosi come “sindaco di barboni, anziani e disabili”, e persino adottato una bambina a distanza, sostenuta con le donazioni dei passanti, la vendita dei propri libri di poesie e i travestimenti da antico Romano. Evio, insomma, è il primo cittadino di “Barbon City” e il sindacalista dei senzatetto; dunque un uomo apartitico ma assolutamente politico. Da circa 20 anni, cioè da quando aveva 28 anni, Evio sta sulla strada e dorme dove gli capita, preferibilmente in case occupate. Da un anno però combatte una nuova battaglia, quella contro un tumore alla gola. Lo scorso marzo ha subito l’asportazione delle corde vocali, e finché ha potuto ha vissuto nell’unico dormitorio “24 ore” di Roma, ovvero nei container.Poi le sue condizioni di salute sono precipitate: gli è ricresciuto un altro tumore, sempre all’altezza della gola, ed ha iniziato una radioterapia. Attualmente è ospite dell’ospedale Forlanini, dato che si nutre con una sonda dalla pancia, e siamo tutti d’accordo che un container non è da considerarsi un luogo igienico-sanitario adatto al suo caso, ma fra 5 settimane Evio sarà fuori di nuovo."

Julia.



Julia con altri ragazzi, assieme anche al Circolo degli Artisti (RM), stanno organizzando concerti per raccogliere fondi che vadano in aiuto di Evio per la sua lotta per la vita.

Link per informazioni:

www.circoloartisti.it
www.myspace.com/eviobotta
www.myspace.com/giuliacarnevali

domenica 23 marzo 2008

Tibet Libero

« Il bramino Dona vide il Buddha seduto sotto un albero e fu tanto colpito dall'aura consapevole e serena che emanava, nonché dallo splendore del suo aspetto, che gli chiese:
– Sei per caso un dio?
– No, brâhmana, non sono un dio.
– Allora sei un angelo?
– No davvero, brâhmana.
– Allora sei uno spirito?
– No, non sono uno spirito.
– E allora, che cosa sei?
– Io sono sveglio.
»

(Anguttara Nikaya)



Dal 13 marzo 2008 in Tibet sta divampando una forte protesta contro la politica del governo centrale cinese; numerosi monaci sono stati arrestati. Il governo cinese ha accusato il Dalai Lama di fomentare gli scontri che stanno divampando in tutto il paese. Secondo fonti tibetane in esilio i morti dovuti agli scontri durante le proteste sarebbero più di 100. Il 16 marzo il governo di Pechino ha oscurato YouTube ed ha espulso dal Paese la stampa estera e i turisti stranieri venendo così accusato di voler nascondere alla popolazione cinese la cruenta situazione in corso in Tibet. Intanto in Europa divampa la protesta. Sempre il 16 marzo, a L'Aia in Olanda, è stata assaltata l'ambasciata cinese. I manifestanti chiedono la liberazione del Tibet e il boicottaggio della XXIX Olimpiade che si svolgeranno proprio in Cina. Alle 24 del 17 marzo 2008, è scaduto l'ultimatum del Governo Cinese ai manifestanti di consegnarsi alla polizia. Mentre il Governo Tibetano in Esilio parla di centinaia di vittime, il Governo Cinese, dichiara che i morti durante gli scontri sarebbero stati complessivamente 13.[2]

Il 18 marzo 2008 il premier cinese Wen Jiabao ha accusato il Dalai Lama di orchestrare la rivolta in cui dozzine di persone potrebbero essere morte, aggiungendo che i suoi seguaci stanno tentando di "incitare il boicottaggio" dei Giochi olimpici di Pechino del prossimo agosto.

lunedì 17 marzo 2008

Arte Bestiale

Nell anno 2007, Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, prese un cane di strada, lo legò ad una corda corta ad un muro di una galleria d'arte e lo lasciò morire lentamente di fame e di sete.
Durante parecchi giorni, l'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte erano spettatori impassibili dell'agonia del povero animale, fino a quando finalmente morì di fame e di sete, sicuramente dopo essere passato per un doloroso, assurdo ed incomprensibile calvario.





Quello non è tutto: la prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte decise, incomprensibilmente, che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo era arte, ed in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione in fortuna Biennale in 2008.


VOTATE LA PETIZIONE PER NON FAR RIPETERE QUANTO AVVENUTO:
http://www.petitiononline.com/13031953/petition.html

giovedì 13 marzo 2008

Il Bene, l'Immoralità ed il Rispetto.

"La ricerca del Bene supremo sta al di sopra delle scelte parziali (il perbenismo, le buone maniere, l’essere socialmente accetto, il successo, il piacere), perché il Bene supremo partecipa della perfezione e non è strumento per conseguire altri beni. A questi requisiti risponde solo la felicità, che quindi è il Sommo Bene a cui tende l’attività pratica dell’uomo."


"La morale di una societa' e' l'insieme delle consuetudini che sono state elevate a livello di norme per fornire un quadro di riferimento per la collettivita'."

"L'individuo "morale" ha una identita' indottrinata che reprime la sua capacita' di elaborazione critica e di libera scelta, permettendo che la sua mente venga sequestrata da indicazioni esterne. Ad esempio da norme imposte come assolute da Governi, da religioni o da altre istituzioni."


"Il rispetto non è ossequio, deferenza, riverenza. E’ attenzione, considerazione e riguardo per le persone e le cose. E’ la prima categoria d’ogni forma educativa che non può essere insegnata, ma che si apprende con l’esempio, la prassi, l’imitazione e l’identificazione."