martedì 24 aprile 2012

ORTI URBANI ABRUZZO

E' nato in Abruzzo un nuovo gruppo di associazioni unite per avviare un progetto di appropriamento e gestione di aree urbane verdi lasciate al degrado, in cui creare iniziative sociali, didattiche, culturali e nelle quali avviare una riqualifica ambientale gestita dalla partecipazione attiva dei quartieri.
 
"Molte aree urbane marginali risultano in un totale stato di abbandono e degrado oppure vengono utilizzate abusivamente da privati trasformando il paesaggio della città. Spesso la causa è la totale o parziale assenza di intervento, da parte dell’Amministrazione Pubblica, nella regolamentazione dell’utilizzo di tali spazi."
 
Nelle metropoli moderne esistono piccole ma numerose e importantissime realtà: GLI ORTI URBANI. Queste esperienze sono in grado di porre rimedio, seppur a livello microscopico, alle storture del sistema consumistico e capitalistico: costituiscono dei polmoni verdi per le metropoli industrializzate, educano a pratiche ambientali sostenibili, rispondono all'esigenza di "fare comunità" e offrono un'alternativa alle categorie sociali emarginate dalla società moderna. Uno dei gravi fattori di malessere delle metropoli contemporanee proviene dal fatto che sono cresciute in 50 anni 2 volte di più che negli ultimi 2000 anni, mentre le campagne si svuotavano e si operavano "rivoluzioni verdi", il che ha contribuito a farci perdere del tutto quel legame con la terra ed i suoi ritmi.Nel ritrovare l'orto, c'è una notevole dose di benessere, di autonomia e di identità; di primo acchito si potrebbe pensare a questo tipo di strutture come il rifugio del pensionato, del vecchietto , ma dietro a questo microcosmo urbano c’è molto di più:un punto di vista ambientale, l’orto può costituire infatti, un’alternativa su piccola scala alla grande agricoltura intensiva, basata su ritmi di coltivazione innaturali, sull’ampio utilizzo di pesticidi, fitofarmaci, fertilizzanti, strumenti atti a conseguire , secondo la logica capitalistica della “crescita a ogni costo” , il massimo rendimento per ettaro in termini di produzione, merce e quindi guadagno. Il numero delle persone che vive nelle città è in costante aumento.Tuttavia, fra grandi tangenziali a quattro corsie, giganteschi e alienanti centri commerciali e uffici popolati da stuoli di frenetici impiegati si possono trovare scorci di vita che, pur nella loro apparente semplicità, costituiscono uno spiraglio di sopravvivenza non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello comunitario, sociale ed economico. 

PROSSIMAMENTE LA FESTA PER LA CREAZIONE
DEL PRIMO ORTO A PESCARA COLLI

venerdì 13 aprile 2012

Orti Urbani in Abruzzo

Incontro "Orti Urbani Abruzzo"
Pescara, 12 Aprile 2012
Partecipanti: 18+

Questo incontro è stato basato principalmente sulla conoscenza delle persone partecipanti, sulle idee individuali, sul panorama degli orti e dell'agricoltura nella nostra regione, quindi più che decidere abbiamo buttato giù alcuni punti che riteniamo fondamentali per la creazione ed il coordinamento di questo "Comitato" per la gestione degli orti privati ed urbani, presenti sul territorio.

Abbiamo pranzato amichevolmente con prodotti principalmente Biologici, bevuto, riso, scherzato e discusso per 8 ore, che personalmente ho ritenuto di grande interesse, facendomi tornare a casa contento, determinato e con le idee più chiare in testa.
E' bello sapere che ci son otante persone che la pensano allo stesso modo, che amano la terra ed i suoi frutti, che difendono il territorio e che amano profondamente la vita, quindi adesso uniamoci tutti e creiamo un gruppo forte di amici e di condivisione.
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martedì 3 aprile 2012

VISITA "VIANDANTI" AD UTOPIAGGIA (Umbria)


DIARIO

24 Marzo 2012
Ore 12.30

Superata Fabro iniziamo ad incontrare paesini sempre più folcloristici e piccoli, arroccati su verdi colline abitate da chi, fiero di non aver perso la propria identità, resiste ancora alle attrazioni delle cittadine moderne.
Seguiamo le indicazioni per Greppolischieto lungo una strada sterrata dove piccole case, ristrutturate in pietra locale antica, espongono piccole opere di artigianato locale in ferro battuto e ceramica; ci lasciamo alle spalle i rumori caotici delle auto, l’aria fresca e frizzante inizia a riempire i nostri polmoni esultanti di gioia.
Un piccolo cartello in legno, disegnato a mano, ci segnala Villa Piaggia, la casa madre della comunità, ed i cani con il loro latrare avvisano gli abitanti dell’arrivo di alcuni Viandanti stranieri.


















Mentre Beatrix, uscita dalla villa, ci viene incontro, abbiamo il tempo di ammirare il grande casolare in pietra dove abitano in comune 6 dei membri di Utopiaggia, sulla sinistra un bar ricavato in un piccolo casolare dove di fronte due bimbe bionde leggono sedute ad un tavolino tondo, ed attaccata una piccola e vecchia chiesetta ancora di proprietà del vescovo locale.
Ci vengono mostrati gli alloggi e la cucina messaci a disposizione da Shiebel, sociologo e presidente della cooperativa agricola, che ora vive e lavora all’esterno della comunità. Ci cuciniamo una pasta fresca alla umbra ed iniziamo a conoscerci facendo due chiacchiere sul nostro lavoro, la nostra vita, le nostre aspettative e progetti mentre il sole supera lo zenit e si fanno le 15.30 accompagnate da un’aria fresca primaverile.

Incontriamo Ingrid, ed il suo cavallo che ha mal di denti, con cui parliamo della sua attività artigianale di lavorazione della ceramica mentre ci mostra il forno recuperato dalla vicina città di Deruta, il laboratorio e la stanza dove tiene in mostra tazzine, tazze, vasi, piatti, incensiere, brocche ed altri suppellettili di deliziosa fattura.
Mentre in lontananza osserviamo avvicinarsi da diverse direzioni delle persone, che confluiscono a Villa Piaggia per un corso di Yoga, decidiamo di farci una passeggiata sulle colline circostanti. Incontriamo lungo il percorso un piccolo laghetto un po trascurato circondato da canne e qualche cespuglio di salvia e rosmarino, salendo una strada verso l’alto troviamo la stalla dove tengono le loro 100 pecore ed un pagliaio e poco più in alto una roulotte campeggia fra gli alberi, una di quelle in legno che usavano i circhi di un tempo.

Tornati agli alloggi, verso le 18.30, veniamo invitati, nel pomeriggio tardo, a partecipare all’inaugurazione di un circolo nel vicino paese di Montegiove, arroccato attorno ad uno splendido castello su di una collina a 4 km, dove possiamo assaggiare qualche dolce ed un’ottima porchetta locale.
Tornati in Piaggia attendiamo le 21.00 per andare a trovare Ildiko, una comunarda che abita in una casa poco distante; il suo invito è stato la migliore conclusione di giornata che potevamo sperare di avere. Una campanella posta sul cancello annuncia il nostro arrivo ed i nostri passi seguono un piccolo vialetto ai cui lati piante, odori e fiori sono illuminati dalla tenue luce che viene dalla stanza, composta quasi interamente di finestre che si appoggiano su un corridoio di 6 colonne originali, in cui Ildiko ci aspetta assieme a Franco (se non erro).
Ci fanno accomodare di fronte al camino acceso, che fornisce riscaldamento alla struttura, e con una bottiglia di vino di Montegabbione e qualche stuzzichino iniziamo a discorrere di conoscenze, politica, stili di vita rurali ed idee piene di misticismo per circa due ore, senza rendercene assolutamente conto.
Dopo 30 anni di vita in comunità bisogna ammettere che i traguardi raggiunti sono davvero ammirevoli ed è evidente l’amore e la perseveranza che queste persone hanno messo per raggiungerli.


25 Marzo 2012
Ore 09.30

Caffè e latte, marmellata fatta in casa e uova fresche accompagnano il nostro risveglio in una giornata soleggiata e fresca; il tempo di stiracchiarsi sul prato del piazzale e aspettare che Morfeo abbandoni i nostri corpi e subito vediamo camminare verso di noi un ragazzo con due bambini biondi. Samojko ci saluta, si presenta e subito ci invita per pranzo a casa sua per mangiare la pizza che faranno con il loro forno a legna. Sul tetto di Villa Piaggia un gran numero di pannelli solari, all’interno una caldaia a legna che riscaldano l’abitazione, la cucina è in comune e la convivenza sembra funzionare ancora perfettamente.
Ci ricordiamo che Ildiko, la sera precedente, ci ha consigliato di visitare Greppolischieto quindi ci avviamo lungo la strada che sale verso il paese e più saliamo più la vista della valle si fa spettacolare. Il paesino è davvero piccolo, pieno di archi e case poggiate una sull’altra, e sul lato nord il bel vedere ci permette di osservare il lontano lago Trasimeno.







Tempo di fare qualche foto e riscendiamo lungo la strada serpeggiante che ci porta a casa di Samojko, di fronte a quella di Ildiko, dove assieme alla compagna Carmen e a due bambini, Federico e Gabriele, sta preparando la pizza; mentre tentiamo di aiutare in qualche modo abbiamo tempo per fare due chiacchiere con Detlev che gestisce il pascolo e produce il latte, di ammirare l’orto, l’impianto di fitodepurazione e gli interni della casa, molto etnici.
Apparecchiamo all’aperto, prendiamo le panche e quando le prime pizze vengono sfornate, al tavolo siamo in 10, parliamo del progetto dei Viandanti, della vita in città e delle società moderne, della storia di Utopiaggia, dell’economia legata all’agricoltura e di altri argomenti interessanti da fare con persone esperte come loro. La pizza è buonissima e soddisfa i nostri stomaci, accompagnata da un ottimo vino fruttato e da un insalatina fresca appena colta.
Alle 15.00 salutiamo tutti e incontriamo di nuovo Ildiko a casa sua, ha il compito di farci da guida oggi, per mostrarci il suo laboratorio dove produce colori naturali, con cui colora lana e seta, estratti dai diversi tipi di piante che ha nel suo giardino; il risultato è stupendo e tra il rosso ed il blu le molteplici sfumature di verde la fanno da padrone.
Ildiko è una persona molto dolce e rilassata, molto curiosa di sapere come le altre comunità italiane gestiscono l’aspetto decisionale e quello economico, ritenendo, giustamente, questi due aspetti fondamentali per i progetti di vita comunitaria.
Più tardi veniamo accompagnati a visitare il piccolo caseificio, dove Barbara produce i formaggi e la ricotta fresca che vanno a ruba nella zona; siamo felici di accettare un pezzo di ricotta che Ildiko ci regala cortesemente.
Con il cuore all’apice della felicità salutiamo queste persone fantastiche e ripartiamo, anzi ripartono gli altri, verso i loro caotici lavori, nella grigia giungla cittadina, io rimango un’altra sera dato che l’indomani non devo lavorare e mi viene data una stanza molto carina di fianco a quella di Beatrix ed in serata ho il piacere di conoscere Jule che si dedica all’uliveto.

 26 Marzo 2012
Ore 09.30

Ora sto scrivendo queste righe a mano, cosa che non facevo davvero da molto tempo, le dita mi fanno male ma essere seduto qui, fra gli alberi, il vento, il cavallo che nitrisce ed il cane che si lascia coccolare ed in lontananza le pecore che pascolano osservate e seguite da due cani pastore enormi, credo che sia una emozione rara di cui farò tesoro per sempre.


Un ringraziamento ad Utopiaggia per averci ospitati così calorosamente e a Beatrix e al signor Shiebel per essere riusciti a rendere questa visita possibile.

Viandanti Libertari


http://www.utopiaggia.eu/