martedì 13 novembre 2012

Dissesti Idrogeologici, tragedie di Stato


"Vi è stata un’epoca in cui le opere di genio civile, come le dighe e gli argini, erano considerate l’unica soluzione. Oggi più che mai è evidente che queste opere sono solo toppe e miseri tentativi di gestire la natura in modo artificiale,

perchè si preferisce distruggere la natura per massivizzare la produzione industriale.

La soluzione, di cui si parla già dal dopoguerra, epoca in cui le paludi sono state prosciugate per creare terreno produttivo e la stessa fine è toccata a enormi aree boschive montuose e collinari, è la tutela dei boschi, del manto di vegetazione (humus), delle zone umide e del suolo. Questo approccio rispettoso dell’ambiente protegge gli ecosistemi permettendo al tempo stesso lo sviluppo sostenibile del territorio e delle risorse idriche.

Le uniche opere artificiali utili sono le cisterne di contenimento, collocare lungo gli argini in modo omogeneo, le cui acque potranno in seguito servire per l'irrigazione dei campi; e le strutture di terrazzamento provviste di alberi radicati, per impedire l'accumulo e la discesa a valle di troppa massa fangosa.

Informiamoci e non deleghiamo sempre ai tecnici, agli scenziati il futuro del pianeta e della nostra vita."