lunedì 27 luglio 2009

Sincera solitudine e finta compagnia

Vorrei tanto che la natura umana non fosse così atta alla socialità, perchè nel maggior numero di rapporti sociali non c'è sincerità. Sarà la ricerca dell'approvazione, il dimostrare a noi stessi che possiamo essere all'altezza se non migliori delle persone che ci circondano, in un infinita gara tacita fra i singoli.

Vorrei che non si guardasse sempre dalla parte sbagliata, confondendo i propri giudizi ed azzerando la fiducia che si potrebbe provare verso chi è sinceramente se stesso, nel bene o nel male.

Vorrei ci fosse più buona volontà e meno volontà nolente, così da poter dare occasione a chi si nasconde dietro una falsa identità di liberare il proprio vero "IO".

Vorrei che l'ignoranza si tramutasse in saggezza e che chi non ascolta per vivere meglio si rendesse conto della stupidità delle proprie azioni o parole.

Vorrei che ci si rispettasse, come si rispetta la propria madre o il proprio padre.

Vorrei capire perchè tutti pensano di sapere tutto e perchè tutti pensano di essere migliori di tutti gli altri.

Vorrei avere la possibilità di essere me stesso senza essere criticato o visto come un debole, solo perchè non nascondo nulla di me.

Vorrei che la solitudine fosse una giusta soluzione e che non portasse alla pazzia.

Vorrei non essere così buono ed ingenuo da cadere nei tranelli di chi si fa beffa dei sentimenti, di chi, guidato da malafede, approfitta di ciò che ha difronte noncurante dei danni che provocherà.

Vorrei che le persone non pensassero che basti chiedere scusa per recuperare sui propri errori.

Vorrei solo vivere in pace, nel rispetto reciproco.

venerdì 17 luglio 2009

L'ITALIA DELLE INGIUSTIZIE


"Sconvolti gli amici e i parenti di Gabriele alla lettura della sentenza della Corte d'Assise di Arezzo. Alcune amiche di Gabbo sono scoppiate in un pianto a dirotto. Una di loro si è sentita male ed è stata soccorsa dai sanitari. Gli amici di Gabriele, la maggior parte vestiti da ultras con maglie della Lazio, hanno iniziato a gridare "infami e buffoni". Fuori dal tribunale immediata la reazione di circa una trentina di tifosi biancocelesti contro i giudici e il poliziotto, che non era presente in aula. "È una vergogna per tutta l'Italia, per fortuna c'è la giustizia divina", ha esclamato Giorgio Sandri, padre di Gabriele. La madre di Gabriele si è sentita male ed è stata soccorsa da una ambulanza, mentre il fratello ha commentato: “Mi auguro che la giustizia ci sia in secondo grado. Oggi l’assassinio di mio fratello, ucciso da un agente che è stato visto mirare e sparare con le mani giunte è stato equiparato, come omicidio colposo, a un incidente stradale. E’ una pagina nera della storia italiana.”"